14 novembre 2007

Linciaggio aTor Bella Monaca

Nella sua autobiografia, Black Boy, Richard Wright ricorda la paura con cui cresceva un ragazzo nero nel Sud razzista degli Stati Uniti: ogni volta che succedeva qualche cosa, scrive, “non era un crimine commesso da un nero, ma dai neri.” Tutti i neri erano colpevoli, qualunque nero andava punito, e la forma della punizione era il linciaggio.
Ai linciaggi ci siamo arrivati. Il delitto di Tor di Quinto non è stato commesso da un rumeno, ma dai rumeni, e dieci cittadini italiani purosangue, con coltelli e bastoni, e incappucciati come il Ku Klux Klan, fanno giustizia a Tor Bella Monaca. Ed è inutile condannare queste cose a posteriori, bisogna pensarci prima alle conseguenze di certi discorsi. Ma è ben avviato sulla strada della punizione collettiva, a colpevoli e innocenti indiscriminatamente, anche lo sbaraccamento del campo di Tor di Quinto; è una punizione collettiva e preventiva il “trasferimento” dei rom oltre il raccordo anulare, spostare il problema un po’ più in là, come la polvere sotto il tappeto.
Perché è vero che il problema esiste, non nascondiamoci dietro un dito. L’associazione che gestisce un campo sportivo accanto al terreno di Tor di Quinto da anni denunciava furti continui, scriveva al sindaco e non riceveva risposta. La Romania (ma non era l’Albania, fino a qualche mese fa?) europea e democratica liberatasi dal comunismo non ci ha mandato soltanto il meglio di sé, come d’altronde l’Italia dell’emigrazione non ha mandato e non manda soltanto il meglio di sé in America o in Germania. Le migrazioni sono fiumi che si portano appresso anche un sacco di detriti, e non c’è diga che tenga. Ed è vero che la sicurezza è un requisito importante della vita civile, un diritto democratico: di che altro parlavano le donne che, almeno trent’anni fa, prima che ci fossero albanesi o rumeni a Roma, manifestavano con lo slogan “riprendiamoci la notte”?
Ha detto il segretario del Partito Democratico che la sicurezza non è né di destra né di sinistra. Giusto. Però sono di destra o di sinistra le definizioni che ne diamo, e le risposte che proponiamo. Tutte e tutti abbiamo il diritto di uscire da una stazione di sera senza avere paura; ma tutte e tutti abbiamo anche il diritto di non essere ammazzati in carcere a Perugia o a Ferrara, di manifestare senza finire torturati a Bolzaneto. Certo, per le persone ordinarie il rischio di strada è più immediato e concreto del rischio in carcere o in piazza; ma c’è uno scivolamento pericoloso, quando lo stato che chiamiamo a garantirci la sicurezza dai crimini dei marginali si considera al di sopra delle leggi e delle inchieste. Tanto che uno esita prima di dire che, in certi luoghi e in certi tempi, prima che i delitti avvengano, ci vorrebbe più polizia (polizia, dico: non vigilantes privati).
Io non so se sarebbe stato di destra o di sinistra illuminare meglio quella strada e quella stazione (quelle stazioni: io e la mia famiglia frequentavamo quella successiva, a Grottarossa, e avevamo paura di scendere la sera, anche se non c’erano ancora rumeni nei dintorni). Fra l’altro, sono convinto che l’abbandono è anche conseguenza (di destra o di sinistra?) della rinuncia a fare delle ferrovie urbane una seria alternativa al feticcio automobile, ma questa è anche un’altra storia. E non so se sarebbe di destra o di sinistra accorgersi prima che sia troppo tardi delle condizioni criminogene in cui vivono migliaia di nostri concittadini europei, e fare qualcosa per i diritti umani di quella maggioranza di loro che non è venuta qui per delinquere. Anche loro hanno diritto alla sicurezza. Dopo il linciaggio di Tor Bella Monaca, il ministro degli interni Amato dice, “è quello che temevo”; il prefetto di Roma Mosca dice, “era quello che temevamo.” Bene: che cosa avete fatto per prevenirlo?
E poi, ovviamente, la punizione ci vuole: personale e col dovuto processo di legge, non collettiva e vendicativa; ma ci vuole. Stavolta, anche grazie all’aiuto di una donna del campo, il colpevole è già in prigione e sconterà la giusta pena, con la dovuta certezza. Ma gridare al “pugno duro” è infantile e strumentale. Sappiamo benissimo, e se ne stanno accorgendo persino gli Stati Uniti, che nemmeno la pena di morte fa veramente da deterrente alla criminalità. Inseguire la destra sul piano della repressione è come la corsa di Achille e la tartaruga: loro stanno sempre un po’ più in là, un po’ oltre. Più parliamo il loro linguaggio, più facciamo propaganda alle loro idee, più gli prepariamo la rivincita. Se non vogliamo ritrovarci, come da più parti già si annuncia, con Fini sindaco di Roma, proviamo a fare nostre le sagge e preoccupate parole di Stefano Rodotà: “Serve davvero, con ‘necessità e urgenza’, un’altra forma di tolleranza zero. Quella contro chi parla di ‘bestie’ o invoca metodi nazisti. Non è questione di norme. Bisogna chiudere la ‘fabbrica della paura’. E’ il compito di una politica degna di questo nome, di una cultura civile di cui è sempre più arduo ritrovare le tracce.”

1 Comments:

Blogger Asociación Otras Memorias said...

La storia orale in Argentina,
Il "infedeltà" della memoria come una strategia di sopravvivenza tra ieri e di oggi. L'argentino oralità: una tendenza di ritardo. La testimonianza dello storico Maria Cristina Viano. Istituti e Associazioni di oralità. Storico o intervistati: Chi è il soggetto?

Da Florencia Pagni e Fernando Cesaretti

Da Italia a Berisso, "infedeltà" della memoria.
Nei primi anni 1970 un professore di letteratura americana presso l'Università di Roma ha cominciato a raccogliere testimonianze orali in una piccola enclave di fabbricazione penisola. Alessandro Portelli - che il nome del docente di fare riferimento, che è stato azorado, sapendo che il loro torto ripetutamente intervistato i fatti e raccontare storie fino immaginario. Posto che la morte di un lavoratore prodotto in un confronto con le forze di polizia, e non quando essa era accaduto nel 1949, all'unanimità, ma ha insistito sul fatto che l'incidente si è verificato durante le manifestazioni che hanno avuto luogo nel 1953.
A metà degli anni - 1990 in Argentina, di peronólogo Juan Carlos Torre, autore di alcuni testi canonici sulle origini del Peronism, compilato dalla testimonianza della ex città melancólicamente decadente fabbricazione Berisso, tra cui mezzo secolo fa, anche se i giovani lavoratori - aveva partecipato alla Algaradas ottobre 1945. Con la stessa azoramiento che Portelli Torre scoperto nel desgrabación di interviste, che alcuni testimoniantes impávidamente contato come hanno lasciato il loro lavoro nel Berisso di andare verso il centro della vicina città di La Plata, dove ha trascorso tutto il giorno 17 protesta forte e pacifica forma, un Poco circa la detenzione di ex Segretario del Lavoro e Juan Peron, e un sacco di non pagare loro birlaran miglioramenti promessi da questo astuto e demagogica di lasciare una settimana prima del Segretariato e poi tornare alle loro case (Berisso), ha "ricordato" che Giorno hanno attraversato in piscina… Lasciare che il corso del fiume a Plaza de Mayo! "Dato che i ponti sono stati sollevati e non avevamo nessun altro modo di spendere". Ci è stato intervistato in quelli apparentemente capacità di comprendere che con la sua storia è impegnati in un apparente contraddizione affermando che il ottobre 17 proteste ha parlato esclusivamente tra Berisso e di La Plata, pur mantenendo la prova che potrebbe competenze natatorias dieci loro leghe a nord di pestilente d'acqua che diviso Avellaneda Della Capitale Federale.
In un primo momento, sia in Italia come nel caso argentino, che era apparso contro il tipo di errore che gli anziani sono inclini, e di molti storici che porta a non fidarsi di storia orale. Portelli, ma ha iniziato a interpretare queste distorsioni - come di bloopers verbale freudianos - come un elemento centrale del significato e la strategia narrativa delle storie. L'enclave di fabbrica del lavoratore era morto nel 1953 nel corso di una protesta contro l'entrata in Italia di Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), e nel 70 della controversia che aveva perso gran parte del suo significato. Tuttavia, le manifestazioni del 1953 era stato spinto da licenziamenti fabbriche, a livello locale, che sempre cambiato la vita delle piccole città.
"Ho capito che la memoria è stato di per sé un atto che dovrebbe riflettere - explicó Portelli -. E non è solo uno specchio di ciò che è accaduto, ma di qualcosa che sta accadendo ora, e merita di essere studiato."
Entrambi ora che è accaduto nel caso di Argentina momento presente "traicionaba" le memorie degli intervistati nel Berisso. Essi erano consapevoli di dove erano stati il 17 ottobre, 1945. Ma, anche se tale data era stata costantemente riformulato oltre mezzo secolo da un contesto socioculturale che sia superato il ungía come protagonisti di una finzione, piuttosto che una realtà che è stata falsata da tempo.
La costruzione simbolica del fatto originale e riformato sotto temporaneo interessi della prima Peronism era relegando necessariamente secondario come è accaduto nulla di fuori della Plaza de Mayo. Manifestazioni e proteste che si è verificato quel giorno in diverse parti del paese (Tucuman, Rosario, e, in particolare, in questo caso, La Plata) ha integrato in un unico evento teatrale con la sua emblematica icone (l'intersezione del fiume a nuotare, il rinfrescante "piedi "Alla fonte, il discorso di Perón a mezzanotte, e così via.) Testimoniantes capito se stesso dal villaggio come parte di un capitale simbolico della prima grandezza. Non sono solo i lavoratori più anziani, ma sono stati i lavoratori più anziani Berisso. In questa enclave, proletario nato finisecular calore della carne industria e la migrazione molto poveri dell'Europa orientale che hanno sacrificato la manodopera ad esso, con un folclore di appartenenza che mantiene ancora una resistenza identità eventi apparentemente minori. Per quanto riguarda "la tua strada" di New York, che qualche inetto councilman Justicialist stupido nazionalismo voluto cambiare il nome di Juan Domingo Perón, che è servita solo a quella Berisso Peronist e non Peronist nomina continuare con maggiore enfasi sulla loro mitica arteria come Nuevayor. E 'quindi comprensibile la logica degli intervistati che cinquanta anni dopo, e di ricordare dove erano veramente allo stesso tempo "," in cui mito vuole essere. Se i lavoratori Berisso, parafrasando Cipriano Reyes, ha fatto il 17 ottobre, e questo è stato grande e la sola ipotesi di Buenos Aires "Plaza de Mayo, la memoria e costruito riformulato per mezzo secolo trasportati e cinquantacinque chilometri.
Transito, che non solo lo spazio senso figurato, ma corrisponde alle opinioni espresse dal primo grande storico della tradizione orale in Argentina, di Dora Schwarzstein. Per chi è stato direttore del Programma Storia orale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia presso l'Università di Buenos Aires, "la testimonianza orale non è una semplice registrazione, più o meno adeguato fatti del passato. Piuttosto, è prodotti culturali complessi . Interrelazioni Essi includono la cui natura non è facile da capire, tra memorie privato e pubblico, tra le esperienze del passato, culturali e di spettacoli presenti situazioni del passato e del presente. In altre parole, la testimonianza della storia orale sono profondamente influenzato da discorsi e Pratiche di questo e di appartenere alla sfera della soggettività ".





Storia orale Argentina: una tendenza in ritardo
Quando Juan Carlos Torre compilato dal 1995 queste testimonianze, orali storia comincia a riempire lentamente - in termini di Bordieu - "un posto nel paese", dopo decenni difficile la validita Il sessanta assistito ad un notevole rinnovamento culturale e universitario del nostro paese, con un correlativo più Tenui sul terreno storiografia. Il gruppo è stato ispirato alla tradizione di Annales innovativi e quantificabili privilegiato fatti e seriables. Il documento ha continuato ad avere una rispettabilità che la parola era apparentemente negato. Né il marginale e senza scrupoli, ma molto popolare revisionismo storico, nonostante la sua dichiarata guerra contro il "cretinismo delle fonti documentarie", che agiscono contro queste serio. Anzi, al contrario, exprimía e manipolare e tendenzialmente ritiene che il ruolo rilevante per i suoi obiettivi con una chiara leggerezza intellettuale.
In breve, negli anni Sessanta o storie di vita o di storia orale, che ha avuto luogo in circolazione renovator che è stato drasticamente jaqueado a metà del decennio da onganiato. E tanto meno nel revisionismo storico che è stato beneficiato obliquamente dalla onganiato.
Sarà solo nel 1970, quando l'Argentina si sviluppa il suo primo progetto per la creazione di un archivio orale Di Tella presso l'Istituto, finanziato dalla Columbia University, con l'obiettivo di creare un pool di voci formata da testimonianza della personalità della vita politica in Argentina, a prima Temporaneamente limitato alla iniziale amministrazioni peronistas. Guidata dal sociologo Oscar Cornblit, storici Leandro Gutierrez e Luis Alberto Romero iniziato interviste coinvolgendo sindacalisti, politici, economisti e imprenditori. Nel 1971 il periodo in esame è stato ampliato per includere non solo i primi anni di Peronism (1943-1955), ma anche il precedente era di dittatura uriburista e successivi governi nel Concordanza (1930-1943). In totale sono state effettuate 115 interviste, in particolare quelli di intellettuale anarchico Diego Abad Santillan, il leader storico ferroviario Joseph Domenech, più uomini di rancido conservatorismo sociale come demoprogresistas Carlos Ibarguren e Manuel Ordóñez, il socialista indipendente Federico Pinedo e radicale antipersonalista Diogene Taboada, e di figure emblematiche Del primo Peronism come Oscar Albrieu Carlos Aloé, Eduardo Colom, Alfredo Gomez Morales e Delia Parodi.
Dopo l'ultimo giudice e tragica prodotta dalla dittatura militare nella vita universitaria e la vita culturale (1976-1983), il ripristino della democrazia di un nuovo ciclo. In questo contesto, nel corso degli ultimi decenni, vi è stata una fioritura di storia orale, centrata sulle università, enti pubblici e istituzioni private.
Molte delle questioni che riguardano il periodo precedente l'interruzione della vita democratica. Esso costituisce pertanto un ordine del giorno che pone l'accento sullo studio dei settori popolari, delle donne, degli anonimi personaggi, con l'obiettivo di costruire una storia di militante, counterposed alla storia ufficiale.
A questo punto, riteniamo che diventa opportuno portare prima continuazione di uno status di oralità argentine, a parere di uno storico saldamente incorporati in questo flusso.


Maria Cristina Viano: riflessioni sugli sviluppi di oralità
"Negli ultimi dieci anni, la pratica della storia orale, in Argentina, si è diffuso con una significativa capacità di attrarre sia principalmente di indagine per affrontare temi e problemi della nostra storia recente, come in un intenso dibattito teorico metodologia. Questo impressionante sviluppo della storia orale, che ha avuto Negli ultimi dieci anni in Argentina, appare molto marcate, sebbene con diverse sfumature e di enfasi dalla lontananza delle prospettive che tendono a sottovalutare o sopravvalutare le proprie capacità e la ricerca per la loro specifici punti di forza. Alcune partite andare produzioni storia orale dal mondo accademico: da un lato la Riconoscimento esplicito della necessità di passare ad altre fonti e alla pratica tradizionale di storici e di altre preoccupazioni circa il ruolo del ricercatore / uno in relazione alle fonti orali.
Se esaminiamo brevemente il flusso di produzioni dal corso della storia orale sulla storia di Argentina che possiamo vedere alcuni momenti, attori e problemi hanno suscitato un interesse particolare: la resistenza Peronist e gli anni 60/70, le esperienze delle vittime della dittatura militare Di 76, gli oppressi classi o esiliati sono state alcune di quelle pietre miliari. Tale insistenza tematici hanno portato alla domanda e di alcuni parametri di trasformare le pratiche tradizionali historiographic a mettere in una posizione centrale concepita come una grande area di interazione sociale, che va al di là della mera universo accademico, di mettere in discussione i siti presumibilmente asettiche segnato dal perseguimento di equità, di obiettività E la distanza tra il ricercatore e la sua finalità.
Evidenzia come un cambiamento significativo e che la storia orale, in Argentina, (in contrapposizione al modo in cui le cose sono state fatte non troppi anni fa), in cui il sospetto e denostación erano più attuali i suoi atteggiamenti nei confronti delle pratiche e delle prestazioni, oggi gode di un importante legittimazione; raggiunto principalmente Tramite i contributi che ha fatto e realizzato attraverso diverse generazioni di storici e storici per la conoscenza e la comprensione del nostro recente passato.
Insieme con il lavoro di indagine è stata consolidata spazi specifici di discussione a livello nazionale e multidisciplinare serbatoi di queste particolari fonti. A questo proposito, la prima impresa di Di Tella del 60's uniti nel decennio di 80 file di Storia orale della Città di Buenos Aires, e nel 90 è la storia orale del programma presso la Facoltà di Lettere e Filosofia presso l'Università di Buenos Aires Nel 1998 ha istituito il Archivio della Parola di l'Università di Cordoba, con l'obiettivo di dare voce alla vita e la storia di Cordoba dal recupero di interviste e altre materiale audio. Nota anche che ci sono dei file orale, a Mar del Plata, Cuyo e Southern Patagonia.
Anche all'interno della Facoltà di Scienze Umanistiche e arti presso l'Università nazionale di Rosario è stato creato nel 2007 il Centro latino-americano per la ricerca in Storia orale e sociale (CLIHOS), che raccoglie le esperienze in corso di elaborazione da un decennio fa, principalmente per il trattamento delle 60 'e 70 del XX secolo in una prospettiva che unisce la storia orale, la storia del recente passato e approccio regionale.
Non possiamo ignorare la fase orale e, in particolare, in forma di interviste personali ha esteso ad altri scopi significativi che hanno superato i confini del mondo accademico: egli è stato ed è un elemento essenziale per le organizzazioni per i diritti umani con l'obiettivo di creare nuove fonti di informazione a fornire elementi Prove per la verità storica e per facilitare sia il processo e la punizione dei responsabili per il genocidio causato durante l'ultima dittatura militare. In questa direzione citare due progetti in corso, l'archivio della memoria orale storie Open nascente o più file venga costituita entro il Museo de la Memoria di Rosario.
Nel 1993 ha iniziato a condurre riunioni nazionali Storia orale a Buenos Aires. In questo anno 2007 è stata effettuata Vlll Encuentro Nacional y ll Congresso Internazionale di Storia orale della Repubblica argentina, che attualmente ha un biennale e raccoglie una vasta gamma di approcci tematici. E da organizzatori di queste riunioni; crescente di calore che ha dato uno slancio espansivo pratica della storia orale, è stato latente l'idea di creare un 'organizzazione nazionale. Ciò è stato recentemente raggiunto nel novembre 2004, sotto il nome di ASSOCIAZIONE DI STORIA ORALE DEL ARGENTINA (ORA).
Gli obiettivi dell 'associazione sono: studio, di ricerca, di insegnamento e la diffusione della storia orale. Al fine di realizzare tali scopi è stato proposto: a fornire un forum di discussione accademica e la diffusione su temi legati alla storia orale, a creare una rete nazionale di orale storici, condotta riunioni, conferenze, workshop, conferenze e pubblicazioni per diffondere l'uso del Storia orale in Argentina, di creare uno spazio permanente per l'attuazione di questi obiettivi, di stabilire rapporti con le altre istituzioni nazionali e internazionali specializzati nella storia orale e delle relative discipline. Poiché l'anno 2007 l'Associazione ha una pagina Web (htpp: / / www.ahoargentina.com.ar).
Tuttavia, dobbiamo ricordare che l'immagine appare attraversato da molte difficoltà, che sono probabilmente il più importante in ordine di finanziamenti per la ricerca: la storia orale è una metodologia che richiede tempo e mezzi per l'esercizio e, senza il suo disprezzo gran parte artigianali, La quasi totale mancanza di fondi rende molto difficile sia il lancio e la continuità dei progetti di ampia portata. E ancora più difficile è la possibilità di costruire i file di voci che non solo sono le interviste, ma in forma scritta e audio. Attualmente hanno cominciato a discutere il potenziale del video - che è il passaggio della storia orale della storia audiovisiva. "


Lo storico intervistato o qual è il protagonista della storia orale?
Il principale esponente accanto Luisa Passerini il flusso di storia orale italiano Alessandro Portelli nostro già citato, afferma che "storici orale deve fare tre compiti contemporaneamente. Storico, cercando di capire che cosa è accaduto, l'antropologo, realizzando come le persone che hanno le loro storie, e che È quello di andare e venire tra questi due livelli ".
Nella stessa sintonia esprimendo l'argentino storico, che fino alla sua morte, alla fine del 2002 è stato il punto di riferimento della fase orale del volgare. Dora Schwarzstein descreía del luogo comune affermare che la storia orale, è stata il luogo in cui l'erba radici parlano da soli in una plebea egualitarismo e democratico. Per il suo ruolo di historiador - entrevistador era dominante. Ha capito che la sola presenza di questo "permea e riguarda il discorso del narratore e quello che diventa parte inseparabile della sorgente creato da entrambi. Nonostante la natura dialogica della sorgente costruita, il controllo del funzionamento storico rimane salda nelle mani di Lo storico ". L'interpretazione inizia nella selezione dei testimoni, ha parlato in modo di fare le domande e culmina quando lo storico scrive il risultato agli altri.
Che l'accento sul ruolo dello storico e il suo ruolo nella creazione di fonti orali, ha tolto l'illusione che oralità è una prassi democratica in sé, o che, con il tono critico di Schwarzstein, non potrà mai essere la storia orale, in cui gli argomenti per parlare Stessi.
E, a sua volta, la storia orale "distrugge la pretesa di oggettività insita in tutte le fonti storiche e pone la questione della soggettività - fonti e historiador - nel centro della storiografia". Se ora gli storici solleva seri dubbi per quanto riguarda tutte le forme di documentazione, fonte orale vedere più di tali perplessità, perché rivela lo stretto legame tra le condizioni di produzione di queste fonti e di ciò che potrebbe indicare. La memoria di eventi passati come interpretazione non viene in un stato puro, ma miscelato con silenzi, errori e contraddizioni. E con l'oblio, condizione preliminare a qualsiasi memoria individuale o collettiva, che è necessariamente selettiva e, pertanto, è obbligato a dimenticare. Ricordare e dimenticare sono poi gli aspetti di memoria. Ed è lo storico ha il compito di intraprendere sia cercando di accesso difficile e spesso quasi impossibile. Ma per farlo al di là del suo ruolo predominante, l'orale storico sa che il suo racconto si applica solo ad operare in armonia con le memorie di testimoni, che saranno trasformati ricostruire e di produrre la ricostruzione storica
La storia orale, malgrado il fatto che la sua credibilità è stata abbastanza criticato in circoli accademici, ma ha fatto passi da gigante nel campo storiografico forse, in parte perché la sua missione principale è come dichiarato Schwarzstein "(la storia) sia recuperato eventi del passato come loro … Rappresentanza e di fornire un contributo sia per l'espansione di studi storici come ad una migliore comprensione del dialogo tra la storia e la memoria ".



Florencia, Pagni e Fernando Cesaretti.
Scuola di storia. Università nazionale di Rosario Argentina
Grupo_efefe@yahoo.com.ar
Http: / / grupoefefe.blogspot.com


BIBLIOGRAFIA:
AGUILA, Gabriela Beatrix e VIANO, Maria Cristina. Le voci del conflitto: in difesa della Storia orale ", Storiografia e memoria collettiva". Ed. Minho e Davila, Rosario, 2002.
PORTELLI, Alessandro. L'ordine e giá stato eseguito. Roma, fossato Ardeantine, memoria. Donzelli Editore, Roma, 1999
SCHWARZSTEIN, Dora. Tra Franco e Perón. Memoria e identità del repubblicano spagnolo esilio in Argentina. Ed. Critica, Barcellona, 2001
TORRE, Juan Carlos (a cura di). Il 17 ottobre 1945. Ed. Ariel, Buenos Aires, 1995.

4:36 AM  

Posta un commento

<< Home