Huntington, Utah: disastro in miniera
“Quando cominciano ad abbattere i pilastri di carbone che reggono il soffitto della miniera, a tirarli giù a mano a mano che abbandonano la vena esaurita, sfidanola montagna per prendersi tutto il carbone che possono, fare soldi fino all’ultimo centesimo. Quella volta, si erano mangiato tutto finché il peso della montagna cominciò a piegarsi davanti a loro, era come un gran rombo di tuono nella galleria e sembrava che la montagna ci stesse sprofondando addosso. Fu allora che decisi di non andare più in miniera, buttai a terra gli attrezzi e scappai di corsa fino all’uscita.”
Tillman Cadle, negli anni ’30, ne uscì vivo. Non sappiamo se usciranno vivi i sei minatori che dal 7 agosto 2007 sei minatori sono bloccati sul fondo di una miniera di carbone a Huntington, Utah. Tre di loro sono immigranti messicani. Robert Murray, presidente della Murray Energy proprietaria della miniera, informa che le squadre di soccorso stanno usando “ogni mezzo conosciuto dall’umanità” e sostiene che la causa del crollo è stato un terremoto. Dicono sempre così, lo chiamano “atto di Dio,”; ma i geologi hanno verificato che la causa è tutta umana, ed è stato piuttosto il crollo sotterraneo a provocare le onde registrate dai sismografi.
La causa è ancora la stessa di cui parlava Tillman Cadle, la causa di morte più frequente nelle miniere d’America da un secolo e mezzo: l’avidità che “spoglia” i pilastri che reggono il soffitto della galleria per prendersi fino all’ultimo grammo di carbone prima di abbandonarla esaurita. Non c’è nulla di imprevedibile in queste tragedie: l’ente federale per la sicurezza delle miniere (MSHA) aveva segnalato non meno di 32 violazioni alle norme di scurezza, in quella miniera, nel solo 2007, e ben 325 dal 2002. “Non è poi così male,” commenta J. Davitt McAteer, ex direttore della MHSA: “siamo nella media”, le miniere americane sono più o meno tutte così.
Per la mancanza di una seconda via d’uscita dalla miniera, la Murray Energy è stata multata nel 2006 di ben 60 dollari. L’industria mineraria ha contribuito con 375.000 dollari alla campagna elettorale di Mitch McConnell, senatore del Kentucky, marito della ministra del lavoro Elaine Chao (il vice ministro è il suo ex coordinatore finanziario, Stephen Law). Sotto Elaine Chao, le già rare ispezioni e multe si sono diradate, e le morti in miniera sono tornate a crescere: il rischio di morte in miniera negli Stati Uniti è di almeno tre volte che in Inghilterra, e quasi dieci volte più che in Olanda. I dirigenti della MSHA che avevano denunciato le inadempienze di Murray sono stati trasferiti o licenziati. In una conferenza stampa, Murray ha accusato Hillary Clinton di essere “antiamericana” per aver detto che, se è eletta presidente, nominerà persone a cui “stanno a cuore i diritti e la sicurezza dei lavoratori.”
Non è solo questione dell’arroganza assassina di un capitalista e di un settore industriale, o dei criminali conflitti di interessi di politicanti che fanno sembrare la nostra “casta” un’accozzaglia di dilettanti. E’ che in tutto il mondo il lavoro è ridiventato una risorsa usa e getta, precario, sacrificato al dio della produzione, del progresso e delle fonti energetiche, con sempre meno diritti (e lo chiamano riformismo). Le parole di Hillary Clinton sono senz’altro da apprezzare. Ma forse è il caso di ricordarsi che non molto cambierà fino a quando la vita di chi lavora dovrà dipendere dal buon “cuore” dei politici e degli amministratori. Non era al cuore che si era affidato Franklin Delano Roosevelt all’inizio del New Deal, ma alla forza organizzata dei lavoratori, incentivando il riconoscimento e il rafforzamento della loro rappresentanza, sindacale e politica. In assenza di questo, non c’è benevolenza, non c’è capitalismo dal volto umano, non c’è buonismo che tenga. Sul lavoro si muore sempre di più, in Italia come negli Stati Uniti e in Cina; se ne parla un giorno o due, si proclama un’emergenza per qualcosa che è solo normalità, poi torna il silenzio - e la chiamiamo globalizzazione, e lo chiamiamo progresso.
Tillman Cadle, negli anni ’30, ne uscì vivo. Non sappiamo se usciranno vivi i sei minatori che dal 7 agosto 2007 sei minatori sono bloccati sul fondo di una miniera di carbone a Huntington, Utah. Tre di loro sono immigranti messicani. Robert Murray, presidente della Murray Energy proprietaria della miniera, informa che le squadre di soccorso stanno usando “ogni mezzo conosciuto dall’umanità” e sostiene che la causa del crollo è stato un terremoto. Dicono sempre così, lo chiamano “atto di Dio,”; ma i geologi hanno verificato che la causa è tutta umana, ed è stato piuttosto il crollo sotterraneo a provocare le onde registrate dai sismografi.
La causa è ancora la stessa di cui parlava Tillman Cadle, la causa di morte più frequente nelle miniere d’America da un secolo e mezzo: l’avidità che “spoglia” i pilastri che reggono il soffitto della galleria per prendersi fino all’ultimo grammo di carbone prima di abbandonarla esaurita. Non c’è nulla di imprevedibile in queste tragedie: l’ente federale per la sicurezza delle miniere (MSHA) aveva segnalato non meno di 32 violazioni alle norme di scurezza, in quella miniera, nel solo 2007, e ben 325 dal 2002. “Non è poi così male,” commenta J. Davitt McAteer, ex direttore della MHSA: “siamo nella media”, le miniere americane sono più o meno tutte così.
Per la mancanza di una seconda via d’uscita dalla miniera, la Murray Energy è stata multata nel 2006 di ben 60 dollari. L’industria mineraria ha contribuito con 375.000 dollari alla campagna elettorale di Mitch McConnell, senatore del Kentucky, marito della ministra del lavoro Elaine Chao (il vice ministro è il suo ex coordinatore finanziario, Stephen Law). Sotto Elaine Chao, le già rare ispezioni e multe si sono diradate, e le morti in miniera sono tornate a crescere: il rischio di morte in miniera negli Stati Uniti è di almeno tre volte che in Inghilterra, e quasi dieci volte più che in Olanda. I dirigenti della MSHA che avevano denunciato le inadempienze di Murray sono stati trasferiti o licenziati. In una conferenza stampa, Murray ha accusato Hillary Clinton di essere “antiamericana” per aver detto che, se è eletta presidente, nominerà persone a cui “stanno a cuore i diritti e la sicurezza dei lavoratori.”
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1 Comments:
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