Scambio di ruoli: Berlusconi e Bagnasco
il manifesto 23.4.2010
Avevamo un Presidente Operaio, poi abbiamo avuto un Presidente Odontotecnico, e adesso abbiamo anche un Presidente facente funzioni di Papa. Dall’alto della sua ben nota autorità etica, Silvio Berlusconi giudica positivamente la lettera di Benedetto XVI sulla pedofilia; e immediatamente il presidente dei vescovi italiani ringrazia invitando a votare a destra alle regionali.
Un’autorità politica che esprime un giudizio morale, un’autorità religiosa che lancia messaggi politici: in qualunque altro paese sarebbe il mondo alla rovescia. Ma le nostre classi dominanti non hanno mai accettato pienamente il principio democratico della separazione fra Chiesa e Stato. Così Berlusconi, nella sua infinita modestia, non potendo per il momento fare anche il papa, si considera un’autorità più alta del Pontefice e lo conforta con la sua alta approvazione morale. E il cardinal Bagnasco, non potendo per il momento di fare il presidente del consiglio, dà la linea ai votanti riducendo la Chiesa Cattolica Apostolica Romana a comitato elettorale della signora Polverini.
Ma il fatto che ci siamo abituati non rende questa doppia invasione di campo meno ridicola da una parte, e meno pericolosa e offensiva dall’altra. Ridicolo: è roba da 1984, quando sono persone e istituzioni la cui autorità morale vacilla a erigersi depositari della morale e dell’amore. Quell’ “attacco perfino alla sostanza stessa della religione cristiana'' di cui parla straparla Berlusconi si materializza più negli abusi e nei silenzi, che in chi li denuncia. Se avesse un minimo di pudore, la Chiesa Cattolica in questi giorni dovrebbe usare toni come minimo un po’ più moderati nello sbandierare il tema della “dignità della persona umana”, che è certamente offesa dagli impuniti abusi sui bambini commessi da sacerdoti assai più che dal “crimine incommensurabile dell’aborto”. E se avesse un minimo di pudore, Silvio Berlusconi, utilizzatore finale di escort a pagamento, dovrebbe parlare di amore e di sessualità con un po’ più di umiltà e di attenzione.
Ma insieme al ridicolo c’è il pericolo. Contraddicendo Marx, qui la farsa e la tragedia possibile si intrecciano. Perché quello che è in gioco in questa partita non sono l’amore, la dignità della persona umana, la vita. Siamo di fronte a due istituzioni carismatiche, che non accettano limiti, sentono erodere e sfuggirgli di mano almeno una parte del loro carisma e del loro potere, e si aggrappano l’una all’altra scambiandosi favori (anche assai più concreti e meno pubblici di una dichiarazione di sostegno) per rilanciarsi e darsi conforto. Potrebbe essere un buon segno, un auspicio di cambiamento; ma è anche un segnale di rischio: né la Chiesa né Berlusconi hanno la minima idea di che cosa sia la democrazia, e non c’è limite a quello di cui sono capaci pur di restare in sella. Già il fatto di alzare così clamorosamente i toni è sia un segno di debolezza, sia un avvertimento: il potere si compatta, gli imperi sono sempre pronti a colpire ancora.
Per questo mi pare assolutamente necessario che si vada tutti a votare in queste elezioni regionali. Se Berlusconi e il cardinal Bagnasco contano su uno zoccolo duro di obbedienza e consenso, nel voto abbiamo uno strumento, magari limitato ma reale, per esprimere disobbedienza e dissenso. Candidati come Nichi Vendola o Emma Bonino, così diversi, sono comunque portatori di un’idea di vita, di amore, di sessualità, di dignità umana che è infinitamente più alto di quello mercanteggiato e svilito dal balletto politico-moralistico di questi potenti impauriti. Possiamo avere differenze e persino perplessità; ma l’entrata a gamba tesa di Bagnasco ci chiarisce che le scelte che siamo chiamati a fare non sono indifferenti, che non sono “tutti uguali”. Se davvero abbiamo a cuore la vita (e la dignità, e anche l’amore), facciamoci sentire.
Avevamo un Presidente Operaio, poi abbiamo avuto un Presidente Odontotecnico, e adesso abbiamo anche un Presidente facente funzioni di Papa. Dall’alto della sua ben nota autorità etica, Silvio Berlusconi giudica positivamente la lettera di Benedetto XVI sulla pedofilia; e immediatamente il presidente dei vescovi italiani ringrazia invitando a votare a destra alle regionali.
Un’autorità politica che esprime un giudizio morale, un’autorità religiosa che lancia messaggi politici: in qualunque altro paese sarebbe il mondo alla rovescia. Ma le nostre classi dominanti non hanno mai accettato pienamente il principio democratico della separazione fra Chiesa e Stato. Così Berlusconi, nella sua infinita modestia, non potendo per il momento fare anche il papa, si considera un’autorità più alta del Pontefice e lo conforta con la sua alta approvazione morale. E il cardinal Bagnasco, non potendo per il momento di fare il presidente del consiglio, dà la linea ai votanti riducendo la Chiesa Cattolica Apostolica Romana a comitato elettorale della signora Polverini.
Ma il fatto che ci siamo abituati non rende questa doppia invasione di campo meno ridicola da una parte, e meno pericolosa e offensiva dall’altra. Ridicolo: è roba da 1984, quando sono persone e istituzioni la cui autorità morale vacilla a erigersi depositari della morale e dell’amore. Quell’ “attacco perfino alla sostanza stessa della religione cristiana'' di cui parla straparla Berlusconi si materializza più negli abusi e nei silenzi, che in chi li denuncia. Se avesse un minimo di pudore, la Chiesa Cattolica in questi giorni dovrebbe usare toni come minimo un po’ più moderati nello sbandierare il tema della “dignità della persona umana”, che è certamente offesa dagli impuniti abusi sui bambini commessi da sacerdoti assai più che dal “crimine incommensurabile dell’aborto”. E se avesse un minimo di pudore, Silvio Berlusconi, utilizzatore finale di escort a pagamento, dovrebbe parlare di amore e di sessualità con un po’ più di umiltà e di attenzione.
Ma insieme al ridicolo c’è il pericolo. Contraddicendo Marx, qui la farsa e la tragedia possibile si intrecciano. Perché quello che è in gioco in questa partita non sono l’amore, la dignità della persona umana, la vita. Siamo di fronte a due istituzioni carismatiche, che non accettano limiti, sentono erodere e sfuggirgli di mano almeno una parte del loro carisma e del loro potere, e si aggrappano l’una all’altra scambiandosi favori (anche assai più concreti e meno pubblici di una dichiarazione di sostegno) per rilanciarsi e darsi conforto. Potrebbe essere un buon segno, un auspicio di cambiamento; ma è anche un segnale di rischio: né la Chiesa né Berlusconi hanno la minima idea di che cosa sia la democrazia, e non c’è limite a quello di cui sono capaci pur di restare in sella. Già il fatto di alzare così clamorosamente i toni è sia un segno di debolezza, sia un avvertimento: il potere si compatta, gli imperi sono sempre pronti a colpire ancora.
Per questo mi pare assolutamente necessario che si vada tutti a votare in queste elezioni regionali. Se Berlusconi e il cardinal Bagnasco contano su uno zoccolo duro di obbedienza e consenso, nel voto abbiamo uno strumento, magari limitato ma reale, per esprimere disobbedienza e dissenso. Candidati come Nichi Vendola o Emma Bonino, così diversi, sono comunque portatori di un’idea di vita, di amore, di sessualità, di dignità umana che è infinitamente più alto di quello mercanteggiato e svilito dal balletto politico-moralistico di questi potenti impauriti. Possiamo avere differenze e persino perplessità; ma l’entrata a gamba tesa di Bagnasco ci chiarisce che le scelte che siamo chiamati a fare non sono indifferenti, che non sono “tutti uguali”. Se davvero abbiamo a cuore la vita (e la dignità, e anche l’amore), facciamoci sentire.